
La durata di un impianto fotovoltaico
Ormai da più di dieci anni, la tecnologia degli impianti fotovoltaici è stata adottata da molte aziende. Con le numerose agevolazioni fiscali verso la fine del millennio, sempre più imprese hanno preso a cuore questa nuova forma di elettricità sostenibile. Uno dei problemi che ci si pone nel momento stesso in cui si pensa di abbracciare questo sistema, è la durata che un impianto fotovoltaico possa garantire. Essendo, il fotovoltaico, un investimento a lungo termine è bene conoscere i costi e la longevità dei materiali che con il tempo andando degradandosi e purtroppo avranno un costo. Vediamo insieme qual è la durata di un impianto fotovoltaico e quali possono essere le cause di possibili degradi anticipati.
Quanto dura un impianto fotovoltaico?
Per essere quanto più cinici e diretti possibile, la durata reale di un impianto fotovoltaico si aggira tra i 20 ed i 30 anni. Da questo ragionamento è da escludersi l’inverter, che per natura tecnica ogni 10 anni è da sostituirsi. Come mai questa durata quindi? I fattori che possono influire sulla durata dei pannelli fotovoltaici e su tutto l’impianto, sono diversi: la manutenzione, alla qualità dei pannelli.
Manutenzione
Aspetto fondamentale per una maggiore durata dell’impianto, è la manutenzione fotovoltaico ordinaria e straordinaria. Quando ci si approccia a questa tipologia di impianto è bene tenere tutte le componenti nella migliore condizione possibile; nel caso specifico è bene apportare un’ottima pulizia dei pannelli, dato che questi assorbiranno direttamente la luce e dovranno generare elettricità. Fondamentale quindi pulire bene le superfici dei pannelli fotovoltaici, eliminando impurità provenienti da fonti esterne, come uccelli o dal vento.
Qualità dei pannelli
Molto spesso si sentono date con garanzia e venditori che aumentano gli anni del ciclo vitale dei pannelli, come se fossero caramelle. La verità è che bisogna puntare su pannelli fotovoltaici di altissima qualità per avere una durata nel tempo maggiore. Per quanto si possa dire che la durata media di un pannello fotovoltaico sia di 20 anni, se questo è di qualità migliore, la durata vitale aumenterà esponenzialmente. Materiali migliori subiranno in modo minore il surriscaldamento e disperderanno meno energia che potrà essere utile per l’abitazione.
Zona
Aspetto non da trascurare per migliorare la durata di un impianto fotovoltaico, è la zona in cui viene posizionato. Se si è residenti in una zona afflitta da agenti atmosferici imprevedibili, i pannelli e l’intero impianto saranno soggetti ad un deterioramento veloce; se invece si è residenti in zone miti e con poche piogge e pochi innalzamenti di temperature, la durata del sistema e la sua efficienza saranno largamente più produttivi.
Prestazioni e durata
La durata media di un sistema fotovoltaico è di circa 20-30 anni come abbiamo visto, ma è sottolineare che ad un certo punto del proprio ciclo vitale, un impianto del genere può perdere anche il 50% di efficienza. quindi è bene sostituire o rimuovere completamente i pannelli che non assorbono e non riescono più a produrre abbastanza energia.
Garanzia
Discorso a parte è da farsi per la garanzia, usualmente la garanzia di prodotto si aggira dai 5 ai 10 anni; i prodotti più efficienti e deluxe possono garantire fino a 25 anni di garanzia sui pannelli. Per quanto riguarda la potenza dei moduli, di solito fino ai 10 anni è garantita fino al 90% di affidabilità, per scendere all’80% dopo i dieci anni.
Elettronica Italia realizza impianti fotovoltaici industriali, installando solo componenti di qualità dei migliori brand del settore quali ABB e Fronius.
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L’autoconsumo da fotovoltaico
L’autoconsumo da fotovoltaico è una soluzione molto valida per abbattere notevolmente quelli che sono i costi dell’energia elettrica, soprattutto nel caso di aziende ad alto consumo, dove diventa un investimento piuttosto remunerativo. Tramite l’utilizzo di accumulatori quindi, l’energia prodotta dal proprio impianto non viene reimmessa nella rete, ma utilizzata appunto per alimentare il fabbisogno, permettendo di fatto di non avere nessuna dipendenza dalla rete. Scopriamone insieme i principali dettagli e perché è conveniente.
L’autoconsumo da fotovoltaico
Negli ultimi anni la tematica dell’autoconsumo ha riscosso una grande popolarità nel mondo dell’energia elettrica. I notevoli sviluppi nella produzione di energia prodotta da fonti rinnovabili, hanno sicuramente contribuito ad amplificarne l’importanza. Nell’ottica di un pensiero green e un futuro sostenibile, gli utenti hanno la possibilità di produrre energia per le loro esigenze ed eventualmente anche per lo scambio con ulteriori utenti. Basti pensare a quello che può accadere in un condominio o comunque in uno stabile dove sono presenti più persone.
Esattamente come lo scambio sul posto quindi, anche l’autoconsumo è un sistema che permette all’utilizzatore di sfruttare al massimo le potenzialità del suo impianto. Spiegando semplicemente il concetto, l’energia prodotta dall’impianto non viene reimmessa nella rete, bensì convogliata verso degli appositi accumulatori. Tali batterie rilasceranno poi l’energia nei momenti in cui non c’è il sole, quindi in caso di pioggia o durante la notte, per alimentare quanto desiderato. Così facendo è possibile svincolarsi dalla rete elettrica.
Quanto costa un impianto fotovoltaico con autoconsumo?
Il costo per installare un impianto di autoconsumo, varia chiaramente sulla base delle effettive dimensioni dell’impianto stesso. Quello che è certo è che i risparmi in bolletta sono consistenti. In altre parole, se l’impianto è ben calibrato e progettato, nelle condizioni ottimali di un autoconsumo del 100%, viene azzerato il prelievo dalla rete. In questo specifico caso non ci saranno costi aggiuntivi, se non quelli previsti per la manutenzione dell’impianto stesso.
Autoconsumo vs immissione in rete: cosa conviene?
Quando l’energia prodotta viene immessa nella rete, genera un risparmio economico dato dal rimborso ottenuto, che solitamente si attesta intorno al 50%-70% rispetto al costo finale della bolletta. L’autoconsumo invece, si rivela una situazione più vantaggiosa, perché di fatto permette di azzerare totalmente l’approvvigionamento di energia elettrica dalla rete. Soprattutto per quelle situazioni dove nelle ore notturne c’è un alto consumo, come nel caso di alcune aziende, l’autoconsumo è la soluzione perfetta per abbattere i costi energetici.
Autoconsumo per le aziende: conviene?
Quello dell’installazione di un impianto di autoconsumo, per un’azienda non deve essere visto come una voce di costo o come una passività, bensì come un investimento vero e proprio, tra l’altro senza la presenza tipica del rischio correlato a tale investimento. Arrivando nella migliore delle situazioni a consumare il 100% dell’energia auto prodotta, si va di fatto ad azzerare il costo della bolletta, che come sappiamo incide notevolmente in un bilancio aziendale.
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Come scegliere la taglia giusta per l’impianto fotovoltaico industriale
Cosa bisogna fare per scegliere la taglia giusta per un impianto fotovoltaico di tipo industriale? Diversi sono i parametri da considerare per portare a termine una selezione adeguata. Di seguito, ecco le tre tipologie principali di taglie di impianti fotovoltaici industriali, con la chance di trovare quella giusta per ogni esigenza aziendale specifica.
Impianto fotovoltaico da 100 kW
Iniziamo dall’impianto fotovoltaico da 100 kW, ritenuto molto utile perché in grado di produrre e consumare un elevato volume d’energia da utilizzare per lavori industriali di una certa entità. Un sistema del genere consente una produzione di alta qualità unita ad un basso impatto ambientale, con la prospettiva di generare un sistema che genera fino ad un massimo di 100 kilowatt complessivi. Occupa uno spazio medio pari a circa 600 metri quadrati, anche se molto dipende dalla posizione geografica nel quale deve essere installato, dato che ovviamente il Centro-Sud Italia ha un clima più favorevole rispetto a quella settentrionale.
Impianto fotovoltaico da 50 kW
Un impianto fotovoltaico da 50 kW si pone esattamente a metà strada e viene generalmente adoperato da industrie di dimensioni non troppo ampie, o che comunque non necessitano di una produttività eccessiva. Ovviamente, la sua potenza di picco è pari a 50 kilowatt, con la prospettiva di produrre fino ad un massimo di 65000 kWh nel corso di un anno singolo. Un impianto del genere consente di coprire circa il 60% del fabbisogno energetico annuale anche in ambito industriale, con l’energia in eccesso che può essere facilmente reintrodotta nel sistema elettrico nazionale. Un apparecchio del genere è formato dai moduli fotovoltaici, da un inverter, da una struttura di sostegno di base, dai contatori e dai quadri elettrici.
Impianto fotovoltaico da 30 kW
Al tempo stesso, una piccola o media impresa può riuscire a soddisfare le proprie esigenze energetiche senza particolari difficoltà grazie ad un semplice impianto fotovoltaico da 30 kW. Un sistema di questo tipo può anche arrivare a produrre circa 35000 kWh nel corso di un anno, ovviamente tutti all’insegna dell’energia totalmente pulita. Chi punta alla ricerca del totale risparmio energetico può sicuramente prendere in considerazione una simile ipotesi. Anche in questo caso, così come nei due precedenti, è sufficiente installare una sequenza di pannelli fotovoltaici in corrispondenza del tetto della propria sede industriale per poter apprezzare i risultati desiderati nel giro di un periodo temporale molto contenuto.
Come scegliere la taglia giusta
Quali sono i fattori da tenere d’occhio per scegliere la taglia giusta per l’impianto fotovoltaico industriale? Di sicuro, è importante avere ben chiara la destinazione d’utilizzo di tale sistema. Una piccola o media impresa potrebbe trovare controproducente l’installazione di un impianto da 100 kW, dato che potrebbe comportare una spesa economica elevata in cambio di un servizio poco adeguato. Al contempo, ad un’industria di grandi dimensioni non potrebbe bastare un impianto da 50 kW, considerato meno potente rispetto al fabbisogno produttivo. Ciò che conta è conoscere gli spazi disponibili di installazione e trovare la soluzione che possa garantire una maggiore resa energetica, unita ad un notevole risparmio economico sulla bolletta dell’energia elettrica.
Elettronica Italia si occupa della progettazione e installazione di impianti fotovoltaici su misura per aziende, valutando e individuando la soluzione più adatta e remunerativa ad ogni singola necessità aziendale.
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La diagnosi energetica industriale
Cos’è una diagnosi energetica industriale?
Il mondo di oggi è costellato dalla tecnologia: dai telefoni alle automobili, dalla rete internet alle più grandi industrie e aziende che producono materie che prima non era possibile nemmeno pensare.E tutti questi elementi qui sopra citati vengono sempre sottoposti a delle diagnosi per cercare di superare eventuali problematiche e per cercare di migliorare sempre di più la loro efficienza. Tra queste anche le industrie devono effettuare una diagnosi e, questa, prende il nome di diagnosi energetica industriale. È una procedura specifica che la maggior parte delle aziende o delle grandi industrie deve sottoporsi obbligatoriamente, stando alle norme dell’articolo 8 del d.lgs. 102/2014. La diagnosi energetica industriale mira ad individuare tutti quegli interventi che è possibile effettuare per andare a diminuire i consumi energetici di tali industrie.
Come evidenziato nelle righe precedenti, le industrie sono obbligate a sottoporsi a questa diagnosi per diversi motivi che verranno spiegati nel paragrafo successivo.
L’obbligo delle industrie
Solitamente sono sia le grandi imprese e sia tutte quelle imprese che spendono alti consumi energetici. Ovviamente per essere tali devono possedere diverse caratteristiche e, i loro consumi, devono superare certi parametri.
Le grandi imprese sono quelle che realizzano un fatturato di 50 milioni di euro circa, generando un profitto annuale pari a 43 milioni di euro; inoltre rientrano tra le grandi imprese quelle che occupano 250 persone circa. Inoltre, vengono definiti con l’appellativo grandi, solo se il 25% del loro capitale viene gestito da un ente pubblico.
Infine, ci sono le imprese che presentano un dispendio energetico molto alto. Queste vengono registrate in elenco aggiornato ogni anno, istituito presso la Cassa Conguaglio per il settore elettrico.
Ovviamente le imprese sono monitorate costantemente e chi non rispetta tali regolamenti o che comunque si rifiuta volontariamente di effettuare la diagnosi, verrà severamente punito, in quanto esistono pesanti sanzioni.
A quali sanzioni vanno incontro le imprese che non effettuano la diagnosi?
La diagnosi energetica industriale ha una data di scadenza che corrisponde al 5 dicembre 2019. La diagnosi deve essere consegnata all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Come scritto pocanzi, per chi non rispetta la data di scadenza o per chi si rifiuta di effettuare la diagnosi, saranno previste diverse sanzioni. Per quelli che si rifiutano volontariamente di effettuare la diagnosi si pagherà un’ammenda che oscilla tra le 4 e le 40mila euro di multa. Se invece la diagnosi non è conforme, la multa sarà meno salata, ma comunque di un valore che parte dalle due mila euro, fino ad arrivare alle ventimila.
La diagnosi ha una cadenza quadriennale: quattro anni perché è il tempo necessario per comprendere un piano da parte degli esperti per migliorare i consumi che le proprie imprese sostengono ogni anno; non solo, ma quattro anni sono il periodo giusto per capire come rende ancora più innovativa la propria azienda.
Elettronica Italia offre sia servizi di consulenza e servizi di progettazione, installazione e manutenzione di soluzioni per l’efficienza energetica, come impianti fotovoltaici industriali.
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Il diritto di superficie fotovoltaico, perché conviene
Se l’azienda dispone di terreno o un tetto inutilizzato, essi possono essere sfruttati per l’installazione di impianti fotovoltaici. Questa possibilità può rappresentare una proficua fonte di reddito: gli imprenditori, infatti, possono optare per la cessione o l’acquisto del diritto di superficie per l’installazione di un impianto fotovoltaico: rappresenta una soluzione conveniente sia per investitori che per i proprietari di tetti o terreni. Vediamo nello specifico in cosa consiste, come funziona e quali sono i vantaggi del diritto di superficie fotovoltaico.
Cosa è il diritto di superficie fotovoltaico
Il diritto di superficie è un titolo che dà diritto a realizzare un’impianto fotovoltaico su un’area senza essere proprietario della superficie stessa. Le regole e i campi di applicazione sono definiti direttamente dagli articoli 952-956 del Codice civile, in base al quale “il proprietario può costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri, che ne acquista la proprietà”.
Chi ha disponibilità di superfici adatte al fotovoltaico, come lastrici solari, il tetto di un magazzino o un terreno, ma non vuole installare o gestire un impianto di produzione di energia pulita per la propria azienda, può cedere i diritti di superficie, mettendo a reddito un’area altrimenti improduttiva e quindi vendere privatamente l’energia prodotta. Essa può essere venduta direttamente ad un singolo soggetto in loco, oppure alla rete elettrica nazionale.
Nel caso degli impianti fotovoltaici il titolo è nella gran parte dei casi concesso per un periodo di 20-25 anni, corrispondente alla vita utile di un impianto fotovoltaico. Una volta scaduto, il proprietario del tetto, del lastrico solare o del terreno, può riscattare l’impianto e beneficiare della vita residua dell’impianto.
Nel caso in cui il terreno sia di proprietà di una persona fisica, all’operazione non va applicata l’IVA, mentre per quanto riguarda le altre imposte indirette è necessario conoscere il modo in cui il suolo è accatastato. Può essere infatti un terreno agricolo o meno, poiché come chiarito dal’art. 12, co. 7 del D.lgs. 29/2003 n. 387 gli impianti fotovoltaici possono anche essere realizzati su terreni agricoli rendendo quindi non necessaria l’edificabilità.
Vantaggi diritto di superficie
Per chi acquisisce la titolarità dell’area, il vantaggio è la disponibilità di un’area in cui realizzare l’impianto fotovoltaico, senza essere proprietario della superficie stessa. Il titolare dell’impianto fotovoltaico può quindi essere proprietario dell’impianto senza essere proprietario del suolo o del tetto su cui è installato.
Chi acquista il diritto dovrà riconoscere una forma di pagamento al cedente (proprietario), che sia in energia o in denaro.
Per chi cede i diritti il vantaggio è quello di “mettere a reddito” una superficie disponibile, tipo un lastrico solare, per l’installazione di un impianto fotovoltaico senza farsi carico del finanziamento e della realizzazione dell’impianto. Non solo: il vantaggio può essere l’acquisto diretto di energia dal produttore, ad un prezzo conveniente.
Incentivo decreto FER
Grazie al decreto FER, gli impianti fotovoltaici con potenza superiore ai 20 kW, installati su edifici che non sorgono su terreni agricoli, ma in città o zona industriale.
Per questo tipo di fotovoltaico gli incentivi sono davvero utili. Il decreto FER, infatti, ha stabilito che chi installa il fotovoltaico aziendale guadagnerà:
- 0,11 €/kWh fino a 100 kW immessi;
- 0,09 €/kWh fino a 1 MW immesso;
- 0,07 €/kWh oltre 1 MW immesso.
Per ricevere maggiori informazioni chiama gli esperti di Elettronica Italia, azienda specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici aziendali. I nostri consulenti ti forniranno tutta la consulenza necessaria.
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Dove installare i pannelli fotovoltaici
Negli ultimi anni sempre più aziende decidono di installare un impianto fotovoltaico e sfruttare aree libere e inutilizzate come coperture, capannoni o terreni. I pannelli fotovoltaici possono essere sistemati a terra, sul tetto di un’azienda e in tutti i luoghi ben esposti al sole. Per installare un impianto fotovoltaico è necessario possedere spazi adeguati, un’inclinazione delle superfici disponibili che rientri nelle indicazioni della ditta che eseguirà il montaggio e un’area ben esposta ai raggi del sole.
Installare i pannelli fotovoltaici sul tetto
Installare i pannelli fotovoltaici sul tetto è sicuramente la soluzione più frequente, oltre che quella maggiormente redditizia. L’inclinazione del tetto, infatti, offre un’esposizione perfetta ai raggi solari. I pannelli, se montati in maniera ottimale, nel giro di pochi anni consentiranno di recuperare i costi d’installazione grazie al risparmio in bolletta.
L’installazione dei pannelli può essere fatta su quasi tutte le coperture e capannoni industriali esistenti, tra cui tetti piani, coperture a falda, a shed e a mezza botte.
I pannelli solari vengono solitamente installati seguendo l’orientamento del perimetro della copertura e con un’inclinazione di circa 30-35°. E’ importante fare attenzione a balaustre o parapetti che possono proiettare delle ombre sui moduli e distanziare opportunamente le file di moduli per evitare che si ombreggino tra di loro.
Nella copertura a shed o a falda sul tetto piano i pannelli fotovoltaici vengono installati in modo complanare sulla superficie inclinata della copertura a falda o dello shed. La posizione dei pannelli solari fotovoltaici è vincolata all’inclinazione e all’orientamento della copertura.
Nella copertura a mezza botte in base all’orientamento delle parti del tetto curve i moduli fotovoltaici vengono installati in modo da coprire l’intera superficie (orientamento est-ovest) oppure solo la parte esposta a sud e la parte centrale del tetto (orientamento nord-sud).
Nel caso il tetto non presenti una copertura a tegole, i moduli fotovoltaici potranno essere integrati direttamente nella struttura portante. Per essere posizionati al di sopra delle tegole, invece, necessiteranno di un apposito telaio in grado di sostenerli. Per ottenere il massimo rendimento, i pannelli dovranno essere esposti a sud e la visuale dovrà risultare libera da alberi, antenne e comignoli. Affidarsi al parere di un esperto risulta la scelta migliore per capire davvero quale sia la soluzione più efficace.
Installare i pannelli fotovoltaici a terra
Per installare i pannelli fotovoltaici a terra abbiamo bisogno di un giardino o un terreno incolto. Per un’esposizione ideale, i pannelli vengono installati mediante l’impiego di appositi supporti che ne consentono la giusta inclinazione.
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Quali sono i guasti più comuni di un impianto fotovoltaico
Un impianto fotovoltaico è garantito per vent’anni, condizione necessaria per richiedere gli incentivi statali. In realtà, però, il pannello solare, sottoposto all’esposizione solare costante, invecchia e i suoi componenti si deteriorano. Qualsiasi pannello fotovoltaico, infatti, ha una riduzione del rendimento elettrico che aumenta nel tempo. Dopo vent’anni l’impianto avrà un calo di produzione del 20% circa.
Se il modulo ha un rendimento pari o inferiore al 50% della sua produzione elettrica iniziale, possiamo parlare di fine della vita operativa di un pannello fotovoltaico. In questo caso i costi della manutenzione ordinaria, straordinaria e gli interventi di pulizia superano il guadagno nell’energia prodotta, andando in deficit anche nella generazione dell’energia e utilizzando quella del gestore elettrico, per insufficienza di quella autoprodotta.
Di seguito vi elenchiamo i guasti più frequenti per un impianto fotovoltaico e per i pannelli solari, che possono essere di natura elettrica oppure meccanica.
I guasti più comuni per un modulo fotovoltaico
Il guasto più frequente dei pannelli fotovoltaici è il corto circuito della cella solare, che causa la mancata produzione di energia elettrica o l’abbassamento di tensione. L’esposizione continua del modulo ai raggi ultravioletti delle radiazioni solari deteriora la resina di protezione delle celle fotovoltaiche, le quali rilasciano degli agenti ossidanti che rovinano i contatti metallici. Inoltre, anche la scorretta installazione dei moduli può provocare un surriscaldamento anomalo dovuto alla difficoltà dell’impianto di raffreddarsi attraverso il sistema di ventilazione. Se il danno viene rilevato in una sola cella, il problema può essere risolto con il collegamento in serie delle celle solari. Vi ricordiamo che anche il malfunzionamento di una sola cella solare crea una sensibile riduzione del rendimento elettrico ed è per questo consigliabile intervenire con la manutenzione e la sostituzione.
Esistono altre tipologie di guasti che possono colpire i moduli come:
- i fulmini, che possono danneggiare i pannelli solari e le apparecchiature elettroniche. Questo problema può essere ovviato attraverso l’installazione di gabbie parafulmini, in base alla normativa CEI 62305-1/4, la quale rende obbligatoria l’installazione di parafulmini e di scaricatori di sovratensioni, facendo attenzione a non oscurare le celle solari e creare delle zone d’ombra, causa della riduzione del rendimento elettrico e del sovraccarico sulle altre celle;
- l’irraggiamento solare, che crea la diminuzione del rendimento delle celle, provocandone in alcuni casi il surriscaldamento;
- rottura di un pannello solare. Grandinate o la caduta di rami degli alberi o altri oggetti pesanti possono graffiare o danneggiare i moduli, tanto da rendere necessaria la loro sostituzione.
Guasti più comuni all’inverter
L’inverter è la parte più importante dell’impianto fotovoltaico, poiché converte l’energia prodotta in corrente elettrica.
Se l’inverter non produce la giusta quantità di energia i principali problemi possono essere:
- Un fusibile saltato;
- Un interruttore scattato;
- Rottura di fili e/o collegamenti
- Carico troppo elevato.
Per questo è necessario verificarne costantemente la sua efficienza:
- controllare i contatti, pulirli dalla polvere e eventuali incrostazioni con un panno asciutto che non lascia residui;
- sostituire i fusibili bruciati o danneggiati;
- controllare il voltaggio della batteria e, se troppo basso, caricarla o sostituirla.
Per allungare la vita del vostro impianto, tenete sempre presente che è necessario effettuare periodicamente la pulizia e la manutenzione del fotovoltaico. Una corretta manutenzione dello stesso, infatti, riuscirà a garantire una perfetta efficienza dell’impianto fotovoltaico per molti anni garantendo un rapido ritorno dell’investimento iniziale.
Ditte specializzate, come Elettronica Italia, attraverso i servizi di manutenzione sono in grado di controllare l’efficienza dei moduli fotovoltaici e individuare eventuali fermi dell’impianto o dei suoi componenti, come i fusibili bruciati, guasti all’inverter o calo di tensione.
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I tipi di pannelli fotovoltaici
Un impianto fotovoltaico è composto da pannelli in grado di sfruttare la luce del sole per produrre energia elettrica da consumare, immagazzinare oppure alimentare dei sistemi come le pompe fotovoltaiche per pozzo ecc.. Questi elementi sono formati da un insieme di celle fotovoltaiche, componenti basilari di ogni pannello. Le celle, a loro volta, sono costituite da materiale semiconduttore, il silicio. Lo studio approfondito di questa tecnologia ha portato alla creazione di differenti tipologie per performance e utilità.
Pannelli monocristallini e pannelli policristallini
I monocristallini sono caratterizzati da numerose celle messe l’una a fianco all’altra distribuite in maniera omogenea, solitamente vengono forniti di una lastra di vetro che fa da protezione nei confronti degli agenti atmosferici. I pannelli monocristallini rendono tra il 15% e il 17%, la resa migliore avviene quando si trovano sotto la luce diretta del sole, consentono di ottenere ottime performance e più potenza per metro quadro se confrontati con i loro simili. Occupano meno spazio rispetto ai pannelli policristallini ma tendono a costare un po’ di più.
I pannelli fotovoltaici policristallini, chiamati anche pannelli fotovoltaici in silicio multicristallino, insieme ai pannelli monocristallini sono tra i più diffusi sui tetti italiani.
Anche questi sono fatti in silicio, la differenza è unicamente nel processo di produzione.
Questo tipo di pannello può ottenere un rendimento tra il 14% e il 16% e, come il monocristallino, rimanere presumibilmente inalterato per circa 25 anni. Possono verificarsi variazioni nel momento in cui un ombra vada a coprire parte del pannello. Da ritenersi buone le performance.
Pannelli a film sottile
Come suggerisce il nome trattasi di pannelli fotovoltaici caratterizzati dal loro sottile spessore.
In linea di massima sono più economici in quanto c’è un minor utilizzo di materiale e di conseguenza scendono i costi di produzione. Anche il rendimento è minore se confrontati con i mono e policristallini. Il film viene realizzato con il silicio amorfo ed il rendimento si aggira tra l’8% e il 12%, le performance possono migliorare se in condizione di luce diffusa, se orientati direttamente verso il sole o in presenza di temperature particolarmente elevate.
I pannelli fotovoltaici a film sottile sono un’ottima soluzione in quanto garantiscono flessibilità e versatilità.
Pannelli a concentrazione
I pannelli fotovoltaici a concentrazione sono tra i più innovativi in quanto in grado di sfruttare al massimo l’irraggiamento ricevuto e conseguentemente produrre energia di alto livello a costi relativamente bassi.
In esso possiamo riscontrare un minore impiego di silicio, l’utilizzo di lenti e specchi per incanalare la luce verso le celle e strutture in grado di cogliere al meglio i raggi solari durante l’arco della giornata.
A parità di energia, i pannelli fotovoltaici a concentrazione occupano molto meno spazio di quelli più tradizionali. Le performance rimangono invariate anche in presenza di ombre o se coperti.
Ulteriori soluzioni
Oltre ai pannelli già citati è possibile trovare in commercio ulteriori soluzioni come:
– pannelli ibridi, costituiti da silicio monocristallino e film sottile, dimensioni contenute per un elevato rendimento;
– glass to glass, caratterizzati da una piastra posteriore in vetro, in grado di trattenere l’energia solare a lungo nel tempo;
– con presa di corrente, per il collegamento alla rete elettrica, facile da installare ed eventualmente da spostare;
– rossi, pannello policristallino con celle colorate;
– orientabile, in grado di ruotare in base al sole, ottima resa ma necessita di costante manutenzione.